RECENSIONI RECENSIONI "… Un artista totale, enciclopedico che si cimenta in una sequela di imprese titaniche… " [… A total artist, encyclopedic, who is challanging in titanic efforts…] Luigi di Fronzo, Amadeus "Aversano costruisce programmi di concerto dal vivo, disegna meravigliosi itinerari… c’è sempre una linea d’orientamento, che suggerisce all’ascoltatore di guardare agli archetipi dell’Occidente…" [Aversano builds up live concert programs, drawns marvellous paths… there is always an orienting line, to suggest the listener to remind the origins of the Western Culture...] Quirino Principe, Il Sole24Ore "Volontà, impegno e anche sofferenza verso una libertà di espressione… l’arte nell’accezione più alta del termine, tecnica come purezza del suono... un ritorno al futuro dell’arte pianistica". [The efforts towards the freedom to express himself… the art in the highest expression, technique as research of the pure sound... a sort of back to the future of pianistic art.] Gianluca Bauzano, Sette, Corriere della Sera Il viandante della musica… “La “magia dell’eco” è il filo conduttore che il pianista Emilio Aversano ha suggerito per il concerto che venerdì scorso ha tenuto per le Serate Musicali al Conservatorio di Milano di fronte a un pubblico attento a non perdere le suggestioni, le sfumature e le più o meno palesi relazioni tra i brani proposti, così come raccomanda lo stesso pianista nel programma di sala (termine riduttivo per uno scritto che mostra profonda conoscenza, studio e, perché no, passione): dalla tonalità, come il re minore della Fantasia K397 di Mozart e della Sonata op.31 n.2 di Beethoven, al clima drammatico della Fantasia K475 Mozart, delle due Sonate di Scarlatti L430 e L281 e dell’Appassionata di Beethoven. A questo punto i nostri lettori hanno sicuramente capito che Aversano non è solamente il “maratoneta” della tastiera, che in un’unica serata riesce a eseguire quattro o cinque concerti per pianoforte e orchestra, quando uno solo potrebbe preoccupare anche il pianista più solido e preparato, ma un artista sensibile e attento a suggerire nei suoi concerti solistici un percorso tematico non superficiale. Un percorso che costringe a un ascolto più attento e consapevole, tanto che potremmo riassumere il suo messaggio in un motto: oltre la musica. Uscendo dalla sala Verdi credo che molti spettatori siano stati consapevoli di non aver assistito solo a un bel concerto ma di aver vissuto un’esperienza nuova. Aversano costringe a guardarsi dentro, invita a uscire dall’ambito puramente musicale per rivolgere la propria attenzione alle altre cose alte che la vita riserva: la poesia (Shakespeare e Goethe), la pittura (Friedrich) … è un invito a superare le colonne d’Ercole, così come fece il mitico Ulisse.” Gianluca Bauzano, Sette, Corriere della Sera Il pianoforte di Aversano alla ricerca dei nessi segreti fra note e storia… “Ama le sfide coraggiose, il pianista Emilio Aversano. Lo conosciamo come il “maratoneta” della tastiera: l’artista che, con straordinarie doti di memoria e saldezza, ha stupito ed entusiasmato, eseguendo quattro ovvero cinque poderosi Concerti per pianoforte e orchestra in una stessa sera, in giro per l’Italia come nello storico Gewandhaus di Lipsia. Il prossimo 22 novembre ripeterà l’impresa addirittura nella Sala d’Oro del Musikverein a Vienna, con l’orchestra Mav di Budapest, dopo un passaggio nella Sala Verdi dell’Istituto Italiano della capitale magiara. Per capire quanto Aversano riesca a conservare freschezza, capacità di variatio e fuoco vivo anche sulle lunghe distanze, da Mozart, K488, a Ciajkovskij, op.23, attraverso la “Wanderer-Fantasie” e Schumann, si può ascoltare il cd inciso proprio al Gewandhaus, live (allegato ad Amadeus lo scorso ottobre, in vendita per “Electrecord”). E questo è un capitolo. Aversano, però, ora è andato oltre. Venerdì ha tenuto un recital a Milano, in Conservatorio, per le “Serate Musicali”, che da quarant’anni ospitano i più grandi pianisti del mondo, da Arrau a Zimerman, e che in cartellone hanno ora Schiff, Martha Argerich, Angela Hewitt... Grande sfida. Due Sonate di Scarlatti, due Fantasie di Mozart, K397 e K475, l’Improvviso op.90 n.3 di Schubert e poi Beethoven, la Tempesta e l’Appassionata. Un’arcata poetica concepita come ricerca di nessi segreti fra le note e la storia, fra armonia e filosofia, fra strutture prosodiche e riverberi sovratemporali. Aversano è apostolo di una visione musicale imbevuta di cultura classica: quando parla di “tema con variazioni”, cita Eraclito; per dire il lirismo di un “secondo tema”, comincia a recitare lirici greci in metrica... Così, più che il suo Mozart, qui fin troppo rapsodico, si stagliano il mi maggiore del suo Scarlatti, distesa iridescente, e la “quieta grandezza” del suo Beethoven: dove il tempo ha sempre respiro; i bassi scultorei della Tempesta sembrano colonne di un tempio, il Largo dei recitativi risuona misterioso come un’arpa eolia, l’Appassionata canta a distesa. Poi, sorpresa. Due bis: due Notturni, op.9 n.2 e n.1, ogni nota delibata come esausto tesoro, scoprono in Aversano un’anima chopiniana finora ignota. E meritevole di sviluppi: cosa ne direbbe di una maratona “tutto Chopin”? [Aversano is the apostol of a musical vision full of classic culture...] Gian Mario Benzing, Corriere della Sera Standing ovation dopo i 4 concerti al Teatro Dal Verme per "Serate Musicali" (Milano, 14 maggio 2008)… "Mai visto nulla di simile (...). Emilio Aversano ha eseguito i 4 concerti in un incredibile crescendo di potenza e virtuosismo. L'exploit di mercoledì sera è probabilmente un record, ma ha forse deluso chi si aspettava scene tipo Coppi sull'Izoard o Abebe Bikila al km. 42. No, di fronte ad un pubblico quanto mai partecipe della sfida il maestro salernitano ha domato i mostri in souplesse (...). Talento e studio, memoria e saldezza (...). I momenti più alti della maratona (o compendio storico?) non sono state le esplosioni più sgargianti, le ottave di Ciaikovskij, i galoppi di Liszt, ma la delicata brillantezza del la maggiore mozartiano e il canto lunare e struggente dipanato con sobrietà in Rachmaninov. Accanto al piano, una teiera e qualche tavoletta di cioccolato: bastano, all'atleta-poeta, per volare lungo le migliaia e migliaia di note, tra stili ed universi lontani. E anche oltre: Aversano ha la forza di interrompere la standing ovation con un Valzer di Chopin, soffio di polifonia, limpido ed esausto. Non fosse mezzanotte, con un altro quadratino di cioccolato, quasi quasi, cosa ne direste di un Concerto Imperatore?" Gian Mario Benzing, Corriere della Sera Lo Stakanovista della tastiera... "Il pianista salernitano ama suonare due grandi concerti in una serata. Studia otto ore al giorno e riesce a conciliare l'insegnamento in Conservatorio con l'attività di solista. L'incontro con Aldo Ciccolini, un maestro ed un personaggio unico". Silvia Consenzi, Suonare News L'interprete brillante... "Pianismo sicuro e slanciato, poetico e tecnicamente saldo. L'interprete esce brillantemente dal duplice cimento di presentare pagine tanto note, e sempre ardue in una serata unica". Carla Moreni, Il Sole 24 Ore - recensione del Cd live recording dei concerti di Ciaikovskij e Rachmaninov, ed. Phoenix Classics La tecnica come approdo espressivo... "Proposta dal pregio che va ben oltre il cimento quantitativo non poco ardimentoso affrontato; indica una pienezza di raggiungimento delle arti non solo sotto il profilo dell'impegno tecnico che i due concerti impongono all'interprete in maniera molto perentoria, ma pure il pieno possesso dei valori musicali che vivono entro il vivo delle due partiture. Aversano coglie la peculiarità della scrittura e quindi della tecnica stessa per piegarla verso un approdo espressivo più alto". Giampaolo Minardi, Gazzetta di Parma - recensione del Cd live recording dei concerti di Ciaikovskij e Rachmaninov, ed. Phoenix Classics Pianismo eccezionale... "Serata importante per la presenza di due famosissimi concerti (...). Lettura corretta con momenti di pianismo eccezionale". Luca Chierici, Classic Voice - recensione del Cd live recording dei concerti di Ciaikovskij e Rachmaninov, ed. Phoenix Classics Due giugno, il trionfo di un piccolo, grande italiano… "Dove tragga, un uomo così esile e sottile, la forza ed il vigore di suonare mostri sacri come i Concerti di Mozart, Ciaikovskij e Rachmaninov, tre brani di tale difficoltà da non essere mai stati suonati in occasione di uno stesso concerto, è un mistero che forse può trovare risposta solo nella Passione. Una Passione con la P maiuscola non a caso, perchè quello di Emilio Aversano per la musica classica "estrema" è un folle amore che gli consente di fare, con le mani, non semplicemente concerti indimenticabili, ma puro Paradiso in musica. Con quelle lunghe ed agili dita che neppure l'osservatore più attento riesce a scorgere mentre volano sull'elegante bianconero della tastiera del Gran Coda del Conservatorio di Torino, alternate, quasi indecise, fra il lieve, sapiente e carezzevole tocco che si riserva solo all'oggetto del proprio Amore, ed il vigoroso, passionale abbattersi sui tasti nel tentativo -riuscitissimo- di trasmettere all'Auditorium il medesimo fuoco che brucia dentro di sè, Aversano non suona le note, le crea. (...) Senza dubbio un grande aiuto lo dà la collaborazione della Filarmonica di Bacau, magistralmente diretta da Ovidiu Balan. (...) Immaginare il pianoforte di Aversano senza l'accompagnamento della Filarmonica di Bacau è come pensare di assistere al sorgere del sole dalle montagne non innevate: uno spettacolo della Natura incomparabile, ma impercettibilmente incompleto..." Dalla Rivista "Ieri e Oggi" a cura dell'Istituto Sociale di Torino CONTATTI emilioaversano@yahoo.it scrivi