rassegna stampa

RASSEGNA STAMPA

La maratona di Aversano: da Liszt a Mozart oltre tre ore al pianoforte

di Gian Mario Benzing
Corriere della Sera
15 gennaio 2025

Ma come fa? Quel che stupisce, nel nuovo concerto-maratona con cui il pianista Emilio Aversano ha inaugurato lunedì, in Conservatorio, a Milano, la stagione delle Serate Musicali, è la saldezza olimpica con cui attraversa una prova a dir poco temibile: eseguire (insieme alla sensibilissima Filarmonica Marchigiana, diretta da David Crescenzi), in un’unica sera, quattro «monumenti» per pianoforte e orchestra, la Wanderer Fantasie di Schubert/Liszt, i Concerti K488 di Mozart, op. 16 di Grieg e n. 1 di Ciajkovskij. Oltre all’Improvviso op. go n.4 di Schubert, hors-d’oeuvre aggiunto per chiarire – dice l’artista, felicemente imbevuto di cultura classica – quanto con la Fantasie condivida un ritmo derivato dal dattilo della metrica greco-latina… Aversano non è nuovo all’exploit, ha «corso» maratone simili anche al Musikverein di Vienna o al Gewandhaus di Lipsia, solo di recente emulato da Yuja Wang (che due anni fa alla Carnegie Hall esegui in fila tutti e quattro i concerti di Rachmaninov).
Ma ora ha acquisito un modo più «alto» di sovraneggiare questo spaventoso esercizio di concentrazione e memoria (in tre ore e mezza di musica, suona circa 2.840 battute, 68 mila note): accentuando non l’atletismo ma l’intimità, dilatando lo spazio poetico con tempi sostenuti, anche a scapito del mordente.
La flebile rarefazione dell’Adagio mozartiano, il dialogo con i legni o il violoncello nel re bemolle maggiore di Ciajkovskij, le cadenze mai bruciate come sfoggio, bensi recitate, come odi o in esametri: tutto si trasforma in un flusso di cantabilità.
Più che esibizione, introspezione: una prova per scoprire se stessi.