rassegna stampa
RASSEGNA STAMPA
EMILIO AVERSANO PIANOFORTE PREZIOSO TRA NAPOLI E VIENNA
di Enrico Parola
Corriere della Sera
26 febbraio 2016
“Com’era bella Napoli vista da Vienna”. L’imperfetto, per Emilio Aversano (nella foto), sottolinea quanto purtroppo l’oro di Napoli oggi non luccichi più come nel ’700, “Quando era una capitale europea della cultura, ma l’arte ci testimonia quella straordinaria fioritura”. Il 49enne salernitano lo racconta con la musica: “Viaggio musicale da Napoli a Vienna” titola il programma che impagina per venerdì 26 le Serate Musicali al Conservatorio (via Conservatorio 12, ore 21, € 15-20) e che parte da sue Sonate del napoletano Scarlatti per arrivare a Mozart, Beethoven e Schubert, che si consacrarono nella capitale austriaca. “Nel suo viaggio di formazione in Italia, Mozart sostò a Napoli e rimase profondamente impressionato dall’opera napoletana: apro il concerto con la Fantasia in re minore, che è una struggente romanza, un’aria lirica; è curioso notare come la canzone napoletana dell’800 sembri a sua volta guardare alla melodia mozartiana”. Da Mozart a Beethoven, con le Sonate “Tempesta” e “Appassionata”: “Ovvero Sturm und Drang, il movimento preromantico tedesco che ci introduce all’800: sono titoli emblematici di questo passaggio, così come Schubert, di cui ho inserito l’Improvviso op.90 n.3, è il ponte tra Beethoven e il pieno romanticismo”. Un programma pensato e quasi pensoso che potrebbe sorprendere se proposto da un pianista che ha abituato il pubblico delle Serate Musicali a prestazioni clamorose: quattro concerti per pianoforte e orchestra in una volta e poi addirittura cinque, tutti di grande virtuosismo, tra Ciajkovskij, Rachmaninov, Liszt e Schumann. “Sembrerà strano ma non inseguo il virtuosismo, non cerco di eseguire un brano il più velocemente possibile; anzi, la velocità in sé non ha senso: ogni brano ha un suo metro, che l’interprete deve trovare domandandosi che cosa un autore intendesse usando certe note e scegliendo una dizione, Andante, Allegro o Vivace che sia. Così anche i bis: non è un’appendice circense ma il coronamento di un percorso: un Notturno di Chopin sarebbe il traguardo ideale di questo viaggio partito da Napoli”.